Amalia Pacia: David Loreti «Pittore a piè di marmo in Roma» e alcune precisazioni in margine al suo catalogo
Estratto dal fascicolo 12 (ottobre-dicembre 2011)
L’attività di ritrattista del pittore marchigiano David Loreti (Fabriano 1708 – Roma 1768), finora nota per alcuni dipinti della collezione Pallavicini di Roma riferiti al pittore da Federico Zeri e per altri della collezione Chigi di Ariccia di recente attribuitigli, si è da poco arricchita grazie al ritrovamento di due ritratti rinvenuti in Lombardia. Il primo, inedito, scoperto a seguito di un restauro, raffigura il Ritratto del carmelitano Angelo Torriani (Clusone, Bergamo, Museo Arte Tempo) (1743 – 1746), che può a ragione considerarsi la sua opera più felice, straordinaria per esecuzione e resa naturalistica del personaggio. Il secondo dipinto, il Ritratto del Vescovo Giuseppe Maria Scarampi (Vigevano, collezione dell’Ospedale civico), (1757), pure notevole per qualità pittorica, pubblicato di recente ma non indagato, ha messo in luce le doti del Loreti quale specialista di ritratti di religiosi, ampliandone il catalogo con l’attribuzione e l’analisi di opere conservate nelle Marche, che convalidano una certa disinvolta condotta esecutiva, già emersa nel Ritratto del cardinale Flavio Chigi, di certa autografia. A confronto con il gruppo di ritratti di ecclesiastici, obbedienti ad una coerente ispirazione pittorica, le effigi più celebrative dell’aristocrazia romana rivelano soluzioni compositive più deboli e un linguaggio pittorico decisamente incerto, sì da mettere in discussione la paternità di opere già riferite a David Loreti, proponendone invece l’appartenenza o alla bottega del suocero, Andrea Piserni, o alla mano del figlio, Camillo Loreti, anch’egli dedito al ritratto.
David Loreti, “Pittore à Piè di Marmo in Rome”. A clarification of the artist’s work
Ultimo aggiornamento
3 Novembre 2023, 11:55