1987 – Rassegna Di Bibliografia Archeologica. Piemonte: 1980-1984 (Allegato Al N. 44-45)

La proposta di redigere una “Rassegna di bibliografia archeologica” dedicata all’Italia settentrionale ci venne fatta qualche anno fa, quando già si stava completando il primo contributo sul Bollettino d’Arte a cura di Pier Giovanni Guzzo e Rita Paris (BdA, 21, 1983, pp. 99-135).Seppur piacevolmente interessati a raccogliere lavori di colleghi con i quali le occasioni di scambio, pur operando in regioni limitrofe, non sono frequenti, difficoltà di varia natura, non ultima tra le quali la mancanza di una grande biblioteca specialistica ed i pressanti impegni d’ufficio, hanno suggerito un drastico ridimensionamento della “Rassegna”, dedicandola esclusivamente al territorio piemontese.Di conseguenza alla limitazione geografica è scaturita poi la decisione di ampliare l’arco cronologico (dalla preistoria all’archeologia medievale) con la collaborazione dei colleghi specialisti e soprattutto di prendere in considerazione un quinquennio di ricerche, dal 1980 al 1984.

La rassegna piemontese è così venuta finalizzandosi al nostro operare in una Soprintendenza periferica, della quale ricalca l’ambito geografico ed il periodo cronologico di intervento è naturale quindi un confronto con la bibliografia sulla Magna Grecia e sulla Sicilia, di cui era stato nel frattempo pubblicato l’aggiornamenti relativo agli anni 1982-1983 (BdA, 29 (Allegato), 1985, pp. 5-59), sarebbe ingeneroso ed inopportuno, tanto distanti sono le linee ispiratrici dei due lavori è appena il caso di ricordare che il Piemonte archeologico è tutt’altra cosa, in particolare come tradizione di studi, da regioni profondamente interessate alla ricerca come la Magna Grecia e la Sicilia. In realtà il Piemonte non possiede affatto una radicata tradizione di studi archeologici: poche e spesso isolate figure di studiosi compaiono nella storia dell’archeologia piemontese; la tensione della tutela ed allo studio, vivace nell’Ottocento, è andata affievolendosi sino rinchiudersi in una dimensione più locale e modesta, quasi di riflesso alla profonda crisi regionale oltre che cittadina, seguita al trasferimento della capitale sabauda fino alla ripresa come “città industriale”. Sarà poi questo processo di industrializzazione ed espansione edilizia, divenuto assolutamente egemone, che farà sì che la città di Torino, nella quale sono, fin ad ora, concentrate l’unica Soprintendenza Archeologica, l’Università degli studi ed il Museo Nazionale di Antichità, giochi un ruolo accentratore, contribuendo a diffondere un’immagine della regione come “un caso a sé”, ed impedendo di fatto le possibilità di confronto, il ricambio delle persone e delle idee. Se si aggiunge che la Soprintendenza Archeologica è sempre stata fortemente penalizzata quanto a dotazione di personale e che l’Università si è da tempo specializzata soprattutto nei settori di orientalistica ed egittologia, coerentemente con le collezioni prestigiose conservate nel maggior museo cittadino, nel cui edificio le raccolte archeologiche greco-romane e di provenienza locale trovavano uno spazio assolutamente sacrificato, non può stupire che l’interesse per l’antichità del Piemonte sia stato ben scarso e che dopo le figure di Febretti (1816-1894) e di Barocelli (1887-1981) abbia trovato pochi e non sempre validissimi epigoni. Sulla base di queste ed altre considerazioni si è pensato di dare alla rassegna dedicata al Piemonte un taglio più rispondente all’immediata funzionalità ed utilità.Per una ragione poco conosciuta dal punto di vista storico-archeologico come il Piemonte, dovendosi ancora far riferimento all’ormai dotato C. Carducci, Arte Romana in Piemonte, Torino 1968, si è ritenuto indispensabile inserire, sia nella sezione di “protostoria e linguistica preromana” che in quella di “storia romana ed epigrafia”, tutte le pubblicazioni che hanno come oggetto lo studio di materiale di provenienza locale, così come nella seriazione cronologica, resasi necessaria vendo ampliato l’arco preso in esame dalla preistoria al medioevo, sono stati schedati, per l’età classica, anche gli studi storici che in qualche modo si riferiscono al Piemonte. Questo perché, essendo scarsa la documentazione letteraria e ancora in gran parte in corso di revisione quella epigrafica, gli studi storici non possono non tenere conto di eventuali conferme archeologiche, né, d’altro canto, è possibile interpretare correttamente dati e segnalazioni di scavo senza fare riferimento ad un quadro generale, per quanto mal noto e ancora da approfondire. Non sfuggirà infatti che sono scarsi, per non dire inesistenti, i lavori d’insieme e che la divisione degli “studi su argomenti” (architettura ed urbanistica, prodotti metallurgici, produzioni fittili, ecc.) per il Piemonte ha scarso significato, allo stato attuale delle ricerche, poiché tali studi sono ancora in gran parte da impostare. È invece sorprendente la quantità di brevi note storico-topografiche, spesso opera di studiosi locali, in cui sfugge il preciso oggetto della ricerca, soprattutto il senso diacronico: in mancanza di quadri di insieme di consolidata autorevolezza, con dati a disposizione tanto frammentari, la tentazione della “carta archeologica” fine a se stessa è costantemente presente. Anche per questo non avrebbe senso, limitatamente al Piemonte, prendere in considerazione soltanto il periodo dell’antichità classica, che coincide con i secoli dell’ultima repubblica e dell’impero romano: si è preferito scegliere come limiti cronologici l’intero arco delle testimonianze archeologiche, a partire dal paleolitico e concludendo con il medioevo, senza tuttavia trascurare rinvenimenti e scavi di età post-medievale, pur presenti nell’attività sul territorio. Così ampliato l’arco cronologico e limitato l’ambito geografico, questa “Rassegna di bibliografia Archeologica”, dedicata ad un quinquennio di ricerche e cioè ad un periodo sufficientemente ampio per fornire una panoramica degli studi, non può non costituire anche un bilancio per le istituzioni che operano nella regione e principalmente per la Soprintendenza Archeologica. Gli anni presi in esame coincidono con quelli del trasferimento del Museo di Antichità di Torino nella sua nuova sede: non deve dunque stupire che gli studi sui materiali del museo siano scarsi e gli interessi di studiosi esterni, qui raccolti per quanto possibile, siano stati episodici ed incidentali. Prevalgono le citazioni per confronto ed in genere limitate agli oggetti ed ai monumenti più famosi: il tesoro di Marengo, il fregio dell’arco di Susa, i bronzetti di Industria. Né la Soprintendenza, con i materiali incassati ed i lavori edilizi del nuovo museo da terminare, era in condizione di incoraggiare studi più particolareggiati e finalizzati, anche se urgenti in vista del nuovo allestimento museale. L’attività sul territorio si è invece grandemente dilatata e fatta sempre più capillare, mano a mano che venivano inseriti in organico nuovi ispettori ed assistenti e proprio perciò si è avvertita subito l’esigenza di rendere noti i primi risultati con la pubblicazione regolare dei “Quaderni della Soprintendenza Archeologica del Piemonte”. Anche qui sono pochi gli studi complessivi e prevalgono le segnalazioni e le notizie preliminari, ma l’elenco dei ritrovamenti e scavi si fa sempre più ampio e meno casuale ed iniziano a comparire le prime pubblicazioni di scavi stratigrafici e di materiali. All’opposto della fatica degli autori della “Rassegna” dedicata alla Magna Grecia e Sicilia, che si sono trovati a fare i conti con un’enorme “dispersione del pubblicato”, “anche perché sia la dispersione degli oggetti sia l’interesse che questi rivestono hanno condotto ricercatori, si può dire di ogni paese, ad investigare l’antica storia dell’Italia Meridionale”, per la bibliografia archeologica del Piemonte si deve fare riferimento, per la massima parte, a riviste locali, a volte non facilmente reperibili fuori dall’ambito geografico della regione. L’inevitabile incompletezza che potrà essere rilevata non riguarderà probabilmente questo tipo di contributi, che sono stati raccolti con relativa facilità, ma un altro tipo “di dispersione del pubblicato” che si attua con miscellanee o anche con le monografie in cui il Piemonte viene trattato incidentalmente nell’ambito di ricerche più vaste. Si auspica quindi che lo strumento di lavoro qui presentato incoraggi i colleghi che operano in regioni limitrofe ad aderire a questa utile iniziativa del Bollettino d’Arte con lo scopo di disporre in futuro di tante “Rassegne” dedicate all’Italia settentrionale in cui le composite e frammentarie conoscenze locali trovino un loro coerente filo conduttore al di là delle “carte archeologiche” regionali.

Avvertenza
1) La rassegna di bibliografia archeologica sul Piemonte segnala il contenuto di studi a carattere archeologico in puntate quinquennali.
2) I criteri di ordinamento delle schede, gli indici e le abbreviazioni seguono l’impostazione delle rassegne di bibliografia archeologica già edite.
3) Le mostre ed i convegni sono schedati tra le opere generali se hanno avuto luogo in Piemonte, le relazioni singole sono schedate nella sede appropriata.
4) Gli “Studi su argomenti” comprendono anche studi su collezioni museali, se di provenienza piemontese, diversamente sono schedati tra i “Musei e Collezioni” con rimando alle opere più significative.

5) Sotto “Ritrovamenti, scavi e restauri” sono schedate tutte le pubblicazioni, sia a livello di notizia che di relazione definitiva di scavo; ove i materiali siano trattati con particolare ampiezza sono stati richiamati negli “Studi su argomenti”.

SOMMARIO
I.  – OPERE GENERALI
a) Opere Generali
b) Mostre e Convegni
c) Opere Miscellanee
d) Guide e Rassegne
e) Storia delle conoscenze

II. – STUDI SU ARGOMENTI
a) Preistoria
b) Protostoria e linguistica preromana
c) Incisioni rupestri
d) Storia romana ed Epigrafia
e) Centurazione, Strade ed Organizzazione del territorio
f) Architettura ed Urbanistica di età
g) Arte romana
h) Ceramica ed altri materiali di età romana
i) Archeologia cristiana e altomedievale
j) Archeologia medievale e post-medievale

III.  – RITROVAMENTI, SCAVI E RESTAURI
(in ordine alfabetico dei siti interessati)

IV. – MUSEI E COLLEZIONI
(in ordine alfabetico dei siti ove sono conservati i materiali)

V. – ATTIVITÀ DELLA SOPRINTENDENZA

 

INDICI
a) Autori delle opere schedate
b) Siti nominati
c) Riviste e collane consultate

Ultimo aggiornamento

19 Settembre 2023, 13:16