Emanuela Ferretti: Michelangelo, Giovanni da Udine e Giorgio Vasari nella Sacrestia Nuova di San Lorenzo: alcune riflessioni sulle perdute decorazioni in stucco della cupola

Estratto dal volume speciale Lo stucco nell’età della Maniera: cantieri, maestranze, modelli (2022)

La sensibilità scultorea che attraversa l’architettura di Michelangelo è un tema ben approfondito dalla storiografia. Il presente saggio ripercorre la vicenda della decorazione in stucco della cupola della Sagrestia Nuova, sulla base della rilettura del carteggio michelangiolesco e alla luce di alcune inedite risultanze dei restauri degli anni Novanta del Novecento. Viene anche presentata una testimonianza iconografica di primo Seicento, che appare fondamentale per documentare lo stato dei lacunari dopo i cruciali lavori di Giorgio Vasari e Vincenzo Borghini in Sagrestia (1557-1565), opere che ne hanno cristallizzato l’immagine definitiva prima delle ulteriori modifiche degli anni Trenta del Settecento. Nuove osservazioni, inoltre, vengono sviluppate intorno al fondamentale rapporto con la Sagrestia Vecchia che informa fin dall’inizio il progetto di Michelangelo e sulle relazioni concettuali che la decorazione dei lacunari materializza nei confronti del Pantheon (alla luce di disegni coevi al cantiere michelangiolesco), monumento centrale non solo per la cultura architettonica del Rinascimento ma in particolare per il committente della Sagrestia Nuova: il pontefice Clemente VII.

 

Michelangelo, Giovanni da Udine and Giorgio Vasari in the New Sacristy of San Lorenzo: Some reflections on the lost stucco decorations of the dome

The sculptural sensibility that runs through Michelangelo’s architecture is a theme already been into in depth in the history books. This paper traces the story of the stucco decoration of the New Sacristy dome, relying on Michelangelo’s letters, and some unpublished results of the 1990s restoration. An iconographic example from the early Seventeenth century is also presented. This seems fundamental in documenting the state of the ceiling coffers, after essential work on the Sacristy by Giorgio Vasari and Vincenzo Borghini between 1557 and 1565. The works crystallise the structure’s definitive image before further modifications in the 1630s. New observations are put forward concerning the fundamental relationship with the Old Sacristy, which influenced Michelangelo’s project from the outset, and on the conceptual relationships that the ceiling coffer decoration creates in respect to the Pantheon (in the light of drawings contemporary to Michelangelo’s construction). The Ancient Roman monument was central not only to the architectural culture of the Renaissance as a whole, but in particular to the client of the New Sacristy: Pope Clement VII.

Ultimo aggiornamento

26 Febbraio 2024, 11:58