Mauro Vincenzo Fontana, Una descrizione inedita della quadreria di Montecassino  nel XVII secolo: presenze, assenze e prime identificazioni

Estratto dal fascicolo 54 (aprile-giugno 2022)

Teatro nei remoti tempi della fondazione delle miracolose apparizioni al Nursino delle anime di Santa Scolastica e di San Germano, e prezioso repositorio nel XVIII secolo di un’assortita serie di venerandissime reliquie, le Stanze di San Benedetto a Montecassino non rappresentarono soltanto un santuario degno della maggiore devozione possibile, ma grazie al rifulgente splendore degli arredi e alla sensazionale ricchezza della quadreria organizzata tra le pareti, superavano in bellezza qualsiasi altro ambiente dell’imponente complesso monastico. Smantellata già alla fine dell’Ottocento e poi definitivamente obliterata dai tragici fatti del 1944, la pinacoteca benedettina viene qui esaminata alla luce di un inventario inedito risalente al 1691.Compilato al tempo dell’abaziato di Andrea Deodati e glossato almeno sino al luglio 1725, esso offre alla prospettiva storiografica corrente tanti nuovi materiali di discussione, consentendoci di identificare alcune delle opere conservate un tempo nelle Stanze del monastero e fornendoci un punto di osservazione concreto e straordinario sulla pristina consistenza della collezione.

 

An unpublished description of the Montecassino painting collection during the 17th century: What is present, absent and an initial identification

The San Benedetto Rooms in Montecassino have always been more than just a holy place worthy of the profoundest devotion. Their splendid decoration and the astonishing abundance of artistic masterpieces adorning their walls outshone the other chambers of the imposing monastic complex they were a part of. It was here that, in distant times, stories were born of miraculous visions to the inhabitants of Nursia by the souls of Santa Scolastica and San Germano. By the 18th century this had become a treasured repository, housing a varied assortment of much revered relics. By the end of the 19th century the Benedictine art gallery had already been dismantled, prior to its complete and tragic destruction in 1944. The paper uses an unpublished 1691 inventory of the Benedictine art collection to examine what it consisted of. First compiled during the tenure of Abbot Andrea Deodati, it was kept up to date until at least July 1725. The inventory raises several new points of discussion, to add to an ongoing historical debate. Some of the artworks once housed in the monastery’s rooms have been identified, giving us a tangible and extraordinary insight into the original composition of the collection.

Ultimo aggiornamento

7 Febbraio 2024, 11:45