Stefania Di Marcello, In corpore vili. Tradizione e innovazione nell’attività del Regio Istituto Centrale del Restauro negli anni 1939–1943

Estratto dal fascicolo 55-56 (luglio-dicembre 2022)

L’articolo è frutto di una ricerca volta a ricostruire, sulla base dei documenti superstiti dell’archivio dell’ICR, le attività del Regio Istituto Centrale del Restauro negli anni 1939-1943. Gli scritti autografi di Cesare Brandi, raccontano la difficile apertura di un Istituto la cui prima attività si intreccia con gli eventi storici e politici del paese. L’ innovazione scientifica, posta a base della ricerca di un metodo unificatore dei procedimenti di restauro, è avviata in uno stato di guerra, dove materiali e forza lavoro scarseggiano. In continuità con quanto svolto fino a quel momento nei grandi cantieri nazionali, le prime sperimentazioni si innestano su una pratica ancora tradizionale, mutuata dalle scuole di restauro di Bergamo, Roma e Brescia.

 

In corpore vili. Balancing tradition and innovation in the work of the Royal Central Institute of Restoration between 1939 and 1943.

The paper is the result of research into the activities of the Royal Central Institute of Restoration from 1939 to1943, reading from surviving documents in the Institute’s archive. Cesare Brandi’s personal records provide an insight into the challenging establishment of the Institute, whose earliest work was closely entwined with historical and political events of the time. Against a wartime backdrop, with a shortage of materials and manpower, work began in the search for a scientific innovation that could unify various methodical restoration procedures. Continuing the ongoing work on major national construction projects, the first experimentations at the Institute followed a more traditional approach, drawing inspiration from the restoration schools of Bergamo, Rome and Brescia.

Ultimo aggiornamento

7 Febbraio 2024, 11:56