Giuseppe Ammendola, Chiara Munzi, Stato di conservazione della Croce di Alvito e precedenti interventi di restauro

Estratto dal fascicolo 57 (gennaio-marzo 2023)

La Croce di Alvito, per la quale si propone una datazione entro i primi decenni del XIII secolo, rientra a pieno titolo all’interno del folto gruppo di croci dipinte dell’Italia centrale, prodotte in età medievale secondo metodologie legate ai procedimenti delle botteghe specializzate e composite, all’interno delle quali agivano contestualmente maestri d’ascia, pittori, scultori e doratori. L’attuale intervento di restauro, supportato dalle evidenze diagnostiche, offre un contributo tecnico in merito all’analisi materica dell’opera. I risultati più interessanti emersi sono relativi al meticoloso processo compositivo seguito nell’organizzazione delle fasi esecutive della croce, a cominciare dalla impostazione disegnativa. Appaiono significative l’assenza del fondo cromatico per gli incarnati delle figure, il prasinus descritto da Teofilo e la generale sobrietà della tavolozza cromatica. Tuttavia, l’opera è altamente caratterizzata dalla profusione di ornamenti in stucco plasmati a rilievo, in una fitta trama che si sostituisce alle più preziose lamine metalliche battute e cesellate da cui trae ispirazione.

 

The condition of the Alvito Crucifix today, and previous attempts to restore it

The Alvito Crucifix dates back to the first decades of the 13th century. It is an important part of an extensive collection of central Italian painted crosses from the Middle Ages. These were produced in specialised workshops by a team craftsmen made up of shipwrights, painters, sculptors and gilders, all working together. Ongoing restoration, supported by the diagnostic evidence, is providing a valuable insight into the material composition of the piece. Analysis has revealed the meticulous approach taken in the organisation of the various stages of the crucifix’s manufacture, right from its initial design layout. Of particular interest is the lack of any chromatic background for the flesh tones of the painted figures (the prasinus described by Theophilus) and the overall sober chromatic tones. The crucifix does stand out for the abundance of moulded stucco, creating a densely textured imitation of the elaborate decorative metal plates from which it draws inspiration.

Ultimo aggiornamento

17 Aprile 2024, 16:55